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Prove di dialogo fra giovani contadini e giovani politici. I comunisti insistono sulla sovranità alimentare!

Si è svolto sabato 13 agosto a Cresciano un incontro conoscitivo – una prima assoluta – convocato dall’organizzazione dei Giovani Contadini Ticinesi che fa riferimento all’Unione Svizzera dei Contadini con l’obiettivo di presentarsi alle sezioni giovanili dei partiti politici attivi nella Svizzera Italiana. A rispondere all’invito di Alvaro Forni e dei suoi colleghi sono stati la Gioventù Comunista rappresentata per l’occasione da Niki Paltenghi, ma anche la Gioventù Socialista, i Giovani Verdi, i Giovani Liberali Radicali, i Giovani UDC e i Giovani Leghisti.

All’incontro promosso dai Giovani Contadini ticinesi hanno partecipato numerosi giovani politici della regione.

Allevamenti intensivi: la sinistra verso una nuova spaccatura?

L’occasione è stata colta anche per discutere delle prossime votazioni del 25 settembre, in particolare i Giovani Contadini Ticinesi si oppongono all’iniziativa popolare sugli allevamenti intensivi. Le motivazioni esposte sono diverse: gli standard sufficientemente alti che le lavoratrici e i lavoratori del primario sono già chiamati a rispettare a tutela degli animali, la diminuzione del grado d’approvvigionamento del paese con conseguente aumento delle importazioni alimentari, l’aumento dei prezzi per i consumatori e la mancanza di chiarezza sulle condizioni eventualmente imposte qualora l’iniziativa popolare dovesse essere accettata. Sul tema la sinistra si è dimostrata spaccata: mentre giovani socialisti ed ecologisti si ostinano a impostare la loro politica senza preoccuparsi del punto di vista degli agricoltori, i giovani del Partito Comunista hanno dimostrato maggiore apertura alle istanze di quelli che ci tengono a chiamare “i lavoratori della terra”. Nel frattempo il PC ha comunicato la propria opposizione all’iniziativa contro gli allevamenti intensivi, sostenuta invece da PS e Verdi.

Il lupo non deve essere un tabù

Altro tema forte che i Giovani Contadini hanno voluto sottolineare nel corso della serata è stato quello del ritorno del lupo e quindi della protezione delle greggi, ribadendo la propria contrarietà alla presenza del grande predatore. Il giovane alpigiano Ambrosini ha condiviso coi presenti la propria esperienza nella gestione dell’alpe di Porcarescio, esponendo con convinzione le proprie apprensioni. Spicca su questo aspetto non solo la mancata chiarezza da parte delle autorità nella gestione di una situazione già degradata ma anche la quasi impossibilità di installare recinti per ragioni morfologiche e la relativa difficoltà nell’integrazione (e nella gestione) dei cani da protezione. Gli stessi indennizzi da predazione sono insufficienti sul piano finanziario ma in ogni caso non potranno mai colmare il buco sentimentale dell’allevatore per i suoi sforzi nel coltivare un rapporto armonioso col proprio gregge.

Le predazioni del lupo costituiscono una preoccupazione crescente per i contadini ticinesi.

La sfida climatica

Il tema successivo è stato quello delle sfide poste dai cambiamenti climatici, prendendo in esame le estati 2021 e 2022: la prima caratterizzata da un eccesso di pioggia a differenza della penuria della seconda estate. I giovani politici si sono quindi confrontati con i giovani contadini sulle misure risolutive, quali un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse, una maggior protezione delle colture, una diversificazione della produzione, la scelta di razze più robuste e adattate al clima, l’impiego di antagonisti naturali, ecc.

L’agricoltura può essere ecologica?

I Giovani Contadini concludono l’incontro esponendo la propria concezione di “agricoltura più ecologica” toccando tre temi ritenuti centrali: il mantenimento della sostenibilità in tutti i suoi aspetti – di cui Paltenghi rimarca con particolare piacere la concezione di una sostenibilità estesa anche sul piano sociale e ne approfitta per ricordare le basi poste grazie al Partito Comunista con l’introduzione della sovranità alimentare nella Costituzione cantonale ticinese: una misura condivisa sia dal mondo rurale che da consumatrici e consumatori – passando poi per un’agricoltura adeguata alle condizioni locali e l’impiego di energie rinnovabili.