Piatto forte dell’ultima sessione del Gran Consiglio ticinese prima della fine dell’anno è stata la politica dell’alloggio. Erano infatti tre le mozioni che arrivavano dai banchi della sinistra ad essere discusse dai deputati: una di essa era ferma nei cassetti addirittura da dieci anni! Un record quest’ultimo che ben dimostra come la maggioranza di destra abbia ben altre priorità che non risolvere i problemi delle fasce popolari che faticano a pagare gli affitti e a trovare casa.
La mozione più vecchia – presentata dal Partito Socialista – chiedeva delle misure normative per controllare affitti e prezzi di vendita dopo il rinnovo degli appartamenti e altri bonus. La seconda mozione – anch’essa del PS – mirava a sostenere finanziariamente i comuni o le associazioni di utilità pubblica che si impegnano per accrescere il numero di alloggi a prezzi accessibili per i ceti medi e bassi della popolazione. Infine la mozione più incisiva, quella del Partito Comunista, che chiedeva il varo di norme per l’istituzione di un obbligo di affitto o di tassare chi lascia sfitti degli immobili abusivamente solo a fini speculativi.
Ay (PC): “lo sfitto continua a salire ma i borghesi tergiversano!”
Il deputato comunista Massimiliano Ay ha ricordato in entrata che la pigione è una delle voci di uscita più onerose del bilancio familiare e che l’eccessiva spesa per l’alloggio è pure una delle cause di povertà più frequenti. Ma non è tutto: in Ticino lo sfitto continua a crescere! Stando all’Ufficio federale di statistica al momento in cui il Partito Comunista era intervenuto vi erano in Ticino oltre 4’800 appartamenti vuoti pari al 2,02%. Al momento di trattare la questione in aula il tasso di sfitto era salito al, 2,83% con oltre 7’000 abitazioni vuote. Da qui la mozione che chiedeva l’istituzione di un obbligo di affitto a pigione moderata degli appartamenti sfitti da più di un anno.

Ghisletta (PS): “il numero di alloggi a pigione moderata è ridicolo!”
In Svizzera esistono 185’000 abitazioni di utilità pubblica, pari al 5% del totale. In Ticino la situazione è molto arretrata, praticamente irrisoria: lo 0,8%. Inaccettabile secondo il granconsigliere socialista Raoul Ghisletta, segretario del sindacato VPOD e autore di due dei tre atti parlamentari respinti dai deputati. Arrabbiato Ghisletta ha spiegato: “il Gran Consiglio a maggioranza ha respinto il mio rapporto, che dopo 10 anni di studi e bla bla chiedeva al Cantone di fare finalmente qualche investimento cantonale per promuovere abitazioni di utilità pubblica in Ticino, sostenendo le iniziative in questo ambito dei Comuni”.
Galusero (PLR): “non siamo comunisti”
La Commissione Sicurezza Sociale del Gran Consiglio, che aveva approfondito il tema, si è spaccata: la maggioranza (PLR, PPD, Lega, UDC) ha seguito l’ex-ufficiale di polizia nonché deputato liberale Giorgio Galusero orientato a respingere qualsiasi proposta in questo ambito. Mentre i commissari socialisti ed ecologisti si sono compattati dietro un rapporto di minoranza preparato da Ghisletta che è stato però “fucilato” dal plenum.

Il parlamentare del Partito Comunista dal canto suo ha bacchettato Galusero, lamentando la superficialità del suo rapporto. In effetti Ay ha chiarito di essere stato audizionato (cioè interrogato) dalla Commissione già nel 2020 e come in quell’occasione egli avesse portato vari argomenti a sostegno della propria mozione ma nessuno di questi è stato considerato da Galusero che ha tirato dritto come un treno ripetendo una serie di luoghi comuni, anche piuttosto superficiali. In effetti il relatore liberale sentenzia – senza però alcuna conferma giuridica in tal senso – che in particolare le proposte comuniste siano illegali in quanto violerebbero la libertà economica dei palazzinari e addirittura “la garanzia della proprietà che è un’istituzione fondamentale dell’ordinamento giuridico svizzero”. Ay, scocciato, ha invitato l’ex-poliziotto a non fargli “la lezioncina di civica” e ha sottolineato come egli si scordi del fatto che il Tribunale federale abbia detto esplicitamente che “il legislatore [può] tempestivamente fornire alle autorità competenti i mezzi per prevenire le crisi [del mercato dell’alloggio]”.
A Ginevra si espropria, in Ticino si specula
Il granconsigliere comunista ha ricordato anche le normative vigenti nel cantone svizzero sul Lemano: “per rimediare alla carenza di alloggi, Ginevra può acquisire mediante esproprio l’uso temporaneo di appartamenti in affitto lasciati vuoti senza un motivo legittimo per più di tre mesi consecutivi”. E anche se ciò scandalizza i borghesi ticinesi, è ancora una volta la massima Corte a zittirli: “tale provvedimento mira ad evitare che le abitazioni in condizioni di essere abitate vengano volutamente lasciate vuote e prive di manutenzione, in attesa del loro degrado che poi giustifichi l’abbandono della loro locazione o la loro riconversione in alloggi di lusso attraverso ristrutturazione”: insomma il Tribunale federale ritiene che per questi motivi – chiaramente speculativi e contrari agli interessi superiori della collettività – si giustifichi anche una restrizione della libertà dei proprietari di immobili. E quindi si possa espropriare… Galusero non ha voluto sentire ragioni: «fino a prova contrario qui siamo ancora in Ticino e non a Ginevra» ha tagliato corto con grande spirito patriottico!