Si compie il sogno di Gabriel Garcia Marquez. Un altro pezzo di America Latina si libera dal giogo imperialista e dalla dominazione degli Stati Uniti of America.
I risultati elettorali che arrivano dalla Colombia accendono nuovi fuochi di giustizia sociale e di speranza in tutto il pianeta e ci dicono che oggi il “patio trasero”, il cortile di casa degli USA semplicemente non esiste più.
Oggi le cosiddette “Repubbliche delle Banane” eterodirette dagli USA, le colonie a stelle e strisce pronte a scodinzolare davanti ai diktat di Washington, non stanno più in America Latina, stanno in Europa.
Il popolo colombiano ha sfidato e sconfitto la paura nel nome di Gabriel Garcia Marquez e Simon Bolivar.
Paura perché dietro al liberismo dei partiti liberal che hanno saccheggiato e svenduto il Paese negli ultimi decenni, si nasconde la ferocia delle squadre della Morte: i sicari dei Narcos e le milizie paramilitari dell’estrema destra, armate e finanziate dalla CIA in ottica anticomunista, che negli ultimi decenni hanno assassinato migliaia di sindacalisti, attivisti politici della sinistra di classe e dei movimenti indigeni, studenti, operai, campesinos, intellettuali.
L’ex guerrigliero del M-19 Gustavo Petro vince nel nome della giustizia sociale, della sovranità nazionale e della lotta al neoliberismo. Ma anche in nome di un mondo multipolare in cui gli USA cesseranno di essere i gendarmi e padroni.
Vince creando dal basso una forza popolare chiamata “Pacto Istorico” che mette insieme socialisti, comunisti, movimenti indigeni e femministi, ex guerriglieri delle FARC e di altre organizzazioni rivoluzionarie, organizzazioni studentesche e contadine.
Gustavo Petro vince nel nome di Hugo Chavez e Jacobo Arbenz, di Fidel Castro e Salvador Allende, offrendo lezioni di dignità agli apologeti del neoliberismo e dimostrando nei fatti che esiste una società parallela, quella delle classi popolari che rivendicano il potere.
Benvenuti nel cuore pulsante di Nuestra America, quella grande terra che Ernesto Che Guevara chiamava l’America Maiuscola, non per la vastità dei suoi confini ma per la forza incendiaria delle sue idee.
Un continente che, spinto dal basso, si sta liberando da ataviche oppressioni facendo germogliare nuove esperienze di governo rivoluzionarie improntate al socialismo: dal Venezuela Chavista al Socialismo della Pacha Mama in Bolivia, da Cuba Socialista al Nicaragua Sandinista, dalla storica vittoria di Lopez Obrador in Messico al successo della Sinistra Peronista in Argentina, passando per l’Honduras, il Cile, il Perù. E il prossimo sarà Lula in Brasile.
La migliore risposta possibile ai profeti di sventura che cianciavano di fine della storia ce l’avete davanti agli occhi in America Latina e si chiama Socialismo del 21° secolo.