Il portale «United World International» (UWI) è un centro giornalistico e di studi sulla geopolitica e le relazioni internazionale con sede in Turchia che opera sotto la responsabilità della Fondazione per la promozione giornalistica «Görev Vakfi» e con cui anche il nostro sito ha buone relazioni, tanto da esserci scambiati in passato fonti e articoli. Ebbene il governo britannico ha deciso di includere tale portale (e la fondazione che ne funge da casa editrice) in due liste di sanzioni finanziarie pubblicate dal Tesoro di Londra il 4 e il 5 luglio scorso. Non è la prima volta che accade: i membri più in vista della redazione di UWI risultano già sotto sanzioni da parte di Stati Uniti e Australia, ma questa volta si è andati oltre ai giornalisti per colpire l’intera fondazione che edita il portale.
Un think tank che collabora anche con noi
Il think tank turco è noto per difendere la cooperazione con i paesi emegenti e il multipolarismo in una prospettiva favorevole alla integrazione eurasiatica. Allo stesso collaborano politologi come Yunus Soner, ex-vicepresidente del partito post-maoista turco Vatan Partisi, già ospite a Bellinzona del Partito Comunista svizzero; Facundo Escobar, professore di storia e relazioni internazionali alla Università Nazionale di La Plata in Argentina e militante della corrente politica neo-peronista «Patria Para Todos», Ahmad Shahidov, presidente dell’Azerbaijan Institute for Democracy and Human Rights, ecc. Fra le penne del portale risultano anche il giornalista italiano Fabrizio Verde, direttore de «L’Antidiplomatico»; l’ex-generale Ismail Hakkı Pekin, già capo dell’intelligence militare turca diventato poi critico sulla NATO, ecc. La redazione non si lascia intimorire e in una nota diramata ai media si legge: «questa decisione non farà altro che incoraggiarci a lavorare e produrre di più in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati».

Chi non tifa Ucraina deve essere …punito!
E così UWI è stato colpito con il congelamento dei beni e il divieto di viaggiare nel Regno Unito per i suoi ricercatori e giornalisti. Il motivo addotto è il «sostegno ad azioni contro l’integrità territoriale dell’Ucraina». Strano che tale principio non valga invece per chi sostiene invece azioni contro l’integrità territoriale di Siria, Turchia e Iran per quanto concerne il separatismo curdo armato dagli USA. Anche la Fondazione «Görev Vakfi» è stata inclusa nell’elenco delle strutture bandite in quanto «organizzazione sussidiaria». Il presidente della stessa, Erkan Önsel, ha affermato che «il mondo occidentale sta cercando di fermare con queste sanzioni la Russia e i Paesi suoi alleati che hanno risposto duramente alla politica di espansione della NATO in Ucraina» e ha pure sottolineato che – anche se in apparenza potrebbe non sembrare così – «la Turchia sta combattendo contro le stesse minacce della Russia». Sempre Önsel ha aggiunto che «queste sanzioni sono una medaglia per coloro che partecipano alla nascente èra asiatica» e tutta questa storia dimostra quanto l’Occidente liberale sia ipocrita e riveli come non possa tollerare in alcun modo idee diverse da quelle del sistema atlantico.