Gli oppositori israeliani alla criminale guerra di sterminio a Gaza si sono radunati la scorsa settimana al centro di arruolamento militare di Tel Hashomer per mostrare la propria solidarietà alla diciottenne Ella Keidar, attivista della Gioventù Comunista d’Israele, condannata a un mese di prigione per essersi rifiutata di arruolarsi nell’esercito di Benjamin Netanyahu. In Israele infatti il servizio militare obbligatorio riguarda tutti i giovani, sia uomini sia donne, e addirittura i transessuali devono sottomettersi alla coscrizione forzata. Ella Keidar è la terza componente della Gioventù Comunista d’Israele ad essere incarcerata negli ultimi mesi per renitenza alla leva: il 28 febbraio scorso, altri due giovani compagni, Iddo Elam e Soul Bachar Tsalik, sono stati rilasciati dopo aver trascorso mesi in una prigione militare. Entrambi verranno però richiamati e se ancora una volta rifiuteranno di indossare una divisa, saranno nuovamente arrestati.

I giovani comunisti contro il sionismo e l’esercito
L’opposizione al sionismo all’interno di Israele però non manca e come sempre sono i giovani comunisti ad essere l’avanguardia dei diritti democratici. “Non prenderemo parte al genocidio di Gaza e all’oppressione del popolo palestinese”, ha dichiarato Keidar alla folla riunitasi per salutarla. A sostenerla vi era anche uno dei pochi anti-sionisti eletti alla Knesset, il deputato Ofer Cassif e il segretario generale del Partito Comunista d’Israele (CPI) Adel Amer. Cassif, membro del Fronte Democratico per la Pace e l’Uguaglianza (Hadash, la coalizione di sinistra guidata dal CPI) nel parlamento di Tel Aviv, ha definito Keidar una “eroina” e una fonte di “ispirazione per tutti noi” poiché – rifiutando di arruolarsi nell’esercito – lo indebolisce sia materialmente sia ideologicamente, e questo non solo rappresenta un ostacolo al genocidio in corso, ma soprattutto incrina col suo esempio il presunto consenso a livello popolare del militarismo israeliano. Il deputato ha quindi arringato la folla di ragazzi: “Rifiutatevi! Resistete! Ribellatevi senza violenza al governo del sangue, della razza e degli orrori!”. Keidar è stata coerente e di parola: nel settembre 2023, allora solamente sedicenne, era uno delle centinaia di studenti delle scuole superiori israeliane che dichiararono pubblicamente che si sarebbero rifiutati di prestare servizio nell’esercito una volta raggiunta l’età per la leva. Nonostante le pressioni mediatiche e familiari, i ricatti e le minacce hanno tutti mantenuto la promessa accettando di farsi arrestare pur di non indossare l’uniforme e di sparare.

Essere un esempio di coerenza per i suoi coetanei
Keidar ha deciso di andare in carcere pur di essere di ispirazione ai giovani israeliani, affinché prendano coraggio e si ribellino. La Gioventù Comunista di Israele ha quindi iniziato una campagna per far conoscere la storia di questa ragazza obiettrice di coscienza. “Riunitevi, organizzatevi, resistete!” ha urlato Ella Keidar ai suoi coetanei. In Israele il mito del “cittadino – soldato” è ancora più forte che in Svizzera, ma questa narrazione che serve solo al controllo sociale delle nuove generazioni, viene rifiutata dai comunisti. “Mi rifiuto di arruolarmi e respingo i dettami militaristici della società sionista” ha spiegato la ragazza che, prima di diventare obiettore di coscienza, nonostante fosse solo un’adolescente, era già una veterana di numerose lotte. Politicizzata dopo aver trovato una copia del “Manifesto del Partito Comunista” nella biblioteca della nonna, ha affermato che il movimento di protesta contro il colpo di stato giudiziario di Netanyahu “mi ha aperto la strada per convertire la frustrazione che provavo in speranza e azione politica”. Keidar è così divetata rapidamente un’organizzatrice di lotte per la liberazione della Palestina e contro la leva obbligatoria. “Ho protestato con gli attivisti palestinesi contro il furto di terre mentre i soldati ci sparavano granate stordenti e proiettili di gomma, ho aiutato a bloccare le strade, sono stata ferita dai poliziotti, e ora mi rifiuto di arruolarmi”, ha dichiarato.

Il Partito Comunista d’Israele attivo contro la coscrizione obbligatoria
Nello Stato di Israele, nonostante la forte propaganda a favore dell’esercito e nonostante il silenzio dei giornalisti, vi è in realtà un movimento di rifiuto molto ampio, che riguarda non solo le giovani reclute ma anche gli ufficiali della riserva. Il numero di coscritti che dichiarano di non voler prestare servizio è aumentato anche in seguito alla violazione dell’accordo di cessate il fuoco da parte di Netanyahu e alla ripresa delle uccisioni a Gaza. La scorsa settimana persino Alon Gur, un navigatore di combattimento di 43 anni dell’aeronautica militare israeliana, dopo 16 anni di massacri non ce l’ha più fatta e ha gettato la spugna: in una lettera aperta ha così annunciato che aveva appena rifiutato gli ordini, pronto a subirne le conseguenze penali. Mentre i giovani comunisti insistono sul rifiuto totale al servizio militare come principio qualsiasi sia il governo a Tel Aviv, il CPI lavora anche sui soldati già in missione affinché prendano coraggio e rifiutino di servire questo governo genocidia.