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Flussi migratori: i comunisti ungheresi si smarcano dai “No border”

I comunisti del Partito dei Lavoratori Munkaspart di Ungheria, nonostante siano una forza di opposizione, comprendono – pur con quale riserva – l’attuale linea del primo ministro nazionalista del loro Paese, Viktor Orban, sul tema migratorio: “penso che quello che stia facendo Orban sia abbastanza corretto: vanno difese le frontiere dell’Ungheria e allo stesso tempo dobbiamo salvare l’Europa” ha affermato Gyula Thurmer, leader dei comunisti ungheresi ed ex-funzionario diplomatico in epoca socialista.

Thurmer ha continuato: “se tu inviti un migrante a casa tua può essere un atto di solidarietà molto carino. E’ accettabile. Se un governo invita i migranti in un Paese, io penso che sia invece un grande errore politico. Se tutta l’Unione Europea invita milioni di immigrati in Europa, sarà una tragedia”. La preoccupazione è in particolare relativa al mercato del lavoro.

L'ex-diplomatico Gyula Thürmer è dal 1989 il leader dei comunisti ungheresi
L’ex-diplomatico Gyula Thürmer è dal 1989 il leader dei comunisti ungheresi

Secondo il Munksaspart infatti: “tutto il problema dell’immigrazione è causato dal sistema capitalista. Sono stati l’Unione Europea e gli Stati Uniti a distruggere i regimi stabili in Africa e in Medio Oriente. Hanno destituito e anche ucciso Gheddafi, vogliono cambiare il sistema in Siria, bombardano la Siria e naturalmente il risultato e le conseguenze di questa politica è che i migranti stanno venendo in Europa. E’ un errore. E invitare ancora sempre più migranti in Europa non risolverà le principali cause del problema. Bisogna risolvere le cause di questa crisi. Bisogna andare in Siria, in Afghanistan e negli altri Paesi e costruire fabbriche, dare lavoro alle persone, e aiutare i governi di questi Paesi per prevenire un aumento del flusso di migranti in Europa”.

I comunisti hanno spiegato così la loro decisione: “l’introduzione di massa dei migranti è una minaccia economica, sociale e culturale. Umanamente vogliamo una vita migliore per i migranti in fuga, ma l’aiuto non è abbracciarli nelle nostre case. Le potenze dell’UE, che sono anche a capo della NATO, dovrebbero essere costrette a lasciare le guerre in Siria, Afghanistan e altrove, creando condizioni di vita normale per le persone che abitano questi territori” per questo il Munkaspart durante la recente campagna per opporsi ai diktat di Bruxelles sulla spartizione dei rifugiati ha voluto unire “la protezione dell’indipendenza nazionale, la lotta contro l’Unione europea e la tutela dei diritti sociali dei lavoratori”.