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L’arcivescovo cattolico di Aleppo: “Siamo vittime dei ribelli anti-Assad”!

Sono parole pesantissime quelle pronunciate dall’arcivescovo cattolico maronita di Aleppo, Joseph Tobji, di fronte alla Commissione Esteri del Senato italiano. Il prelato porta la sua testimonianza diretta sulla situazione nella seconda città della Siria: “I terroristi tirano ai civili. I bambini morti o mutilati sono migliaia. Aleppo è la città più distrutta dopo Hiroshima. Non ci sono più chiese. Da 5 anni abbiamo la corrente elettrica solo per due ore al giorno. I generatori privati per un’energia minimale di 3 ampere costano l’equivalente di un terzo di uno stipendio mensile. I terroristi hanno tagliato l’acqua alla parte ovest. Io stesso, per la doccia, uso 4 litri di acqua che vengono poi riciclati grazie ad un catino sottostante. Coloro che erano ricchi vivono ora sulla soglia della povertà, gli altri sono drammaticamente sotto. Quando Aleppo è assediata, manca tutto: anche pane e medicinali”.

Si tratta di una versione molto diversa da quella fornita sia dai media sia dalle ONG umanitarie che vanno per la maggiore in una certa sinistra liberal europea, che parlano solo di Aleppo Est e mai della sua parte occidentale, assediata da anni dai gruppi armati dell’opposizione beatificata in Occidente, guidati dall’Esercito Libero Siriano e dai terroristi di Al-Qaeda.

“Non vedo Bashar Al-Assad come il diavolo. In Siria prima stavamo bene, era un mosaico vivibile, con un Islam moderato e aperto. Adesso viviamo in compagnia della morte. Aleppo, con 10 mila anni di storia, era la città siriana più importante per l’industria e la cultura. Aveva 4 milioni di abitanti, oggi sono circa un terzo. Le relazioni con il Governo sono buone da sempre. Noi le processioni le facevamo con la scorta della polizia. Qualcuno ci accusa di essere venduti al Governo, ma perché mi devono imporre l’idea che Assad sia il diavolo? I ribelli sono seguiti convintamente da pochissime persone”.

arcivesocovo_aleppoIl segretario generale dell’ONU (che in pochi ricordano essere un ex-ministro del governo sudcoreano) Ban Ki Moon ha però accusato direttamente il presidente Assad. Tobji ha risposto ironico: “Ban Ki Moon viva a New York. Io vivo ad Aleppo Ovest! Io sono un uomo di Chiesa, non sono un politico. Penso però che gli USA sbaglino a voler imporre il loro modello di democrazia. Venire con arroganza a dire che il Presidente eletto non va bene, mi suona come dittatura. Dopo Saddam Hussein come si è ridotto l’Iraq? I media calpestano la verità e sono parziali. Per far smettere la guerra servono due cose: stop alla vendita di armi e bloccare il flusso di terroristi via Turchia e Giordania. Le sanzioni economiche – prosegue – sono peggiori delle bombe, perché fanno male a semplici cittadini. Gli Stati Uniti sbagliano o agiscono con volontà? Con la guerra ci si guadagna due volte: si vendono armi e poi c’è la ricostruzione…”. Poi cita Papa Francesco: “Ha individuato bene il problema, in Siria non ci sono né una rivoluzione né una guerra civile. C’è la terza guerra mondiale per procura. Noi siamo un giocattolo nelle mani delle grandi potenze”.


  • Questo articolo una riduzione tratta da: http://spondasud.it