Dopo aver celebrato unitamente al sindacato studentesco russo “Discourse” e ad altre organizzazioni estere, la Giornata Internazionale degli Studenti del 17 novembre, il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), ha convocato per il giorno successivo a Lugano la sua Assemblea generale di inizio anno scolastico. Il sodalizio – che esiste ormai da oltre 14 anni – dimostra oggi una nuova vitalità e ha recentemente ripreso le pubblicazioni di Altrascuola, la “rivista degli studenti in lotta” che ha distribuito nei licei ticinesi proprio la settimana scorsa.
L’Assemblea ha principalmente discusso del tema degli aiuti allo studio nel Canton Ticino e dell’agenda politico-sindacale da adottare nei prossimi mesi. Le ragazze e i ragazzi, riuniti sotto la presidenza di Zeno Casella, hanno in particolare aspramente criticato “l’attuale forma della Legge sugli aiuti allo studio, la quale non fa altro che mettere i bastoni tra le ruote tanto alla futura classe lavoratrice, già costretta in una spirale distruttiva e viziosa, quanto allo sviluppo socio-economico regionale e nazionale”.
Il SISA ha rinnovato anche le cariche statutarie: preso atto della rinuncia da parte di Luca Robertini a sollecitare un nuovo mandato ai vertici del sindacato, sono stati eletti i due coordinatori: accanto all’uscente Casella – attualmente studente all’Università di Friborgo – che è stato riconfermato, è stato eletto per il primo mandato anche Rudi Alves, attualmente studente al Liceo di Lugano 2.
Una petizione per le borse di studio
Nella risoluzione votata dall’Assemblea si constata che “in un contesto in cui le idee neoliberali hanno il pieno dominio del dibattito politico, negli scorsi anni hanno avuto luogo diverse trasformazioni in materia di sostegno finanziario per gli studenti”. In particolare si critica il fatto che l’Accordo intercantonale sugli aiuti allo studio “oltre a peggiorare profondamente il sistema allora vigente”, ha mutato la logica di fondo di questo servizio, “scaricando di fatto ogni peso di carattere finanziario sulle spalle dello studente e della propria famiglia”. Il SISA ritiene che ciò costituisca “un importante ostacolo per il beneficio del diritto allo studio (sancito dalla costituzione!) e distorce quella che dovrebbe essere la filosofia di questa legge: redistribuire tra le nuove generazioni la ricchezza concentrata nelle mani di pochi dal sistema capitalista, per garantire a tutti i giovani delle vere pari opportunità formative e professionali”.

Il sindacato studentesco denuncia il fatto che “coloro che stanno subendo il peso delle politiche sempre più orientate agli interessi della classe borghese nazionale e transnazionale sono anche le fasce della popolazione appartenenti alla classe media/medio-bassa, la quale è stata esclusa dal nuovo metodo di calcolo per la concessione delle borse di studio”, infatti fra il 2012 e il 2015 la quota di ammissione a questo sussidio è passata dal 60% al 45%. “La pericolosità di questo sviluppo – continua il SISA – è maggiormente accentuata dalla possibilità di trasformare in prestiti di un terzo delle borse di studio per gli studenti di master, per di più con lo Stato che si affida al mercato immobiliare per stabilire i tassi di interesse per la restituzione del capitale prestato. Oltre ad essere pienamente in contrasto con una politica di ridistribuzione della ricchezza e aiuto sociale, quello assunto è un comportamento estremamente irresponsabile: il mercato degli immobili si trova infatti alle porte di una bolla speculativa che mette in grave pericolo la popolazione giovanile in formazione e indebitata”.
L’assemblea studentesca ha pure preso atto che “di fronte ad una situazione delle finanze cantonali non più critica come gli anni passati (quantomeno come veniva presentata da Governo e Parlamento)” e ricorda che il Dipartimento Finanze ed Economia, diretto dal liberale Christian Vitta, ha persino annunciato un avanzo di esercizio di 7.5 milioni di franchi. I vertici del SISA hanno così ricevuto mandato dalla base di “avanzare diverse proposte per migliorare e rafforzare il sostegno finanziario agli studenti ticinesi. In questa ottica, “per difendere e potenziare il diritto allo studio e assicurare un futuro allo sviluppo socio-economico della nostra regione, il sindacato studentesco intende lanciare una petizione, la quale tiene conto della situazione economica sopracitata, con il chiaro intento di riorientare la politica scolastica e giovanile in un senso maggiormente virtuoso. Proprio perché il ramo produttivo sta andando e parzialmente già si trova in un quadro generale stagnante, è più che imperativo rafforzare la formazione di alto livello della classe lavoratrice per garantire all’economia ticinese un potenziale di sviluppo necessario a reggere la crescente concorrenza globale”. Occorre insomma garantire, secondo i sindacalisti studenteschi, “una mobilità sociale maggiore”, così da attenuare “la sempre più accentuata precarizzazione dei lavoratori”.
Sulla riforma fiscale sarà referendum
Dopo aver approvato la suddetta risoluzione, intitolata “Rafforziamo le borse di studio: teniamo a galla il Ticino!”, e annessa petizione, gli studenti non hanno mancato di prendere conoscenza di un tema che sta tenendo banco attualmente in Gran Consiglio: la cosiddetta riforma cantonale fiscale e sociale, “della quale si critica il nuovo e ingiustificato regalo fiscale alle imprese e alle fasce più ricche della popolazione, la cui conseguenza saranno inevitabilmente minori entrate per lo Stato e ulteriori misure di risparmio a danno della scuola pubblica e delle prestazioni sociali a beneficio dei giovani e delle famiglie meno benestanti”. L’Assemblea del SISA ha quindi deciso di impegnare il sindacato a favore del referendum già annunciato nelle scorse settimane fra gli altri dal sindacato UNIA, dal Partito Comunista, dal Forum Alternativo, ecc.