In occasione della Giornata Internazionale di Solidarietà con il popolo palestinese, la Federazione Sindacale Mondiale (FSM) ha espresso il suo sostegno alla lotta per una nazione palestinese indipendente e ha criticato l’ONU e l’UE per le enormi responsabilità di cui questi organismi internazionali sono portatori: “in teoria essi pretendono di essere equi, ma nella pratica sostengono la politica israeliana” ha affermato George Mavrikos, segretario generale della FSM e già deputato al parlamento ellenico per il Partito Comunista di Grecia, che ha definito un “genocidio” quello portato avanti dal regime sionista contro i palestinesi.

La Federazione Sindacale Mondiale ha quindi stilato un elenco di rivendicazioni: riconoscimento dello Stato palestinese nelle frontiere del 1967 con Gerusalemme Est come sua capitale; ritiro di tutti i coloni israeliani che occupano le terre al di là di tali frontiere; la demolizione del muro di separazione a Gerusalemme; il diritto al ritorno per tutti i rifugiati palestinesi secondo le risoluzioni relative dell’ONU; la fine di tutte le discriminazioni anti-arabe in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza; la liberazione immediata dei prigionieri politici detenuti nelle carceri israeliane; il ritiro dell’esercito sionista da tutti i territori occupati dal 1967, comprese le alture del Golan e la regione di Sheba a sud del Libano.
La FSM ha quindi fatto appello ai lavoratori della Palestina di “rafforzare i loro vincoli di solidarietà e militanza con la FSM” ma anche “di escludere dai sindacati i sindacalisti corrotti”. In Svizzera è stato il Partito Comunista a rinnovare la sua determinazione anti-sionista, ribadendo al governo elvetico di dichiarare persona non grata l’ex-ministro israeliana Tzipi Livni, accusata di crimini di guerra nell’ambito dell’operazione “Piombo fuso” del 2008 e che viaggia invece tranquillamente nel nostro Paese.