Sbugiardati i media occidentali: in Corea del Nord i “dissidenti” …resuscitano – Sinistra.ch
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Sbugiardati i media occidentali: in Corea del Nord i “dissidenti” …resuscitano

Nel 2017 avevamo già parlato (leggi) di un caso di “risurrezione” in Corea del Nord: l’ex-ambasciatore nordcoreano in Svizzera, dato per morto anche dal TagesAnzeiger di Zurigo, incontrava invece a Pyongyang proprio il segretario dei comunisti svizzeri. I media occidentali, infatti, regolarmente e senza alcuna deontologia professionale, hanno l’abitudine, con il solo intento di denigrare il governo coreano e il suo sistema socialista, di pubblicare costantemente notizie false su atrocità e uccisioni di presunti dissidenti.

L’ultimo caso in ordine di tempo riguarda Kim Kyong Hui, stretta consigliera politica del fondatore della Repubblica Popolare ed esponente dell’Ufficio politico del Partito del Lavoro di Corea. Nel 2013 era stata data per morta anche dai media svizzeri che copia-incollano le notizie prive di verifica che arrivano solitamente dalle agenzie stampa americane.

Kim Kyong Hui era la moglie del generale Jang Song Thaek, che fu arrestato per corruzione e alto tradimento. Il tribunale lo riconobbe colpevole e lo condannò a morte: il sistema giudiziario coreano è infatti severissimo contro chi accetta tangenti e chi attenta alla sovranità del Paese. L’alto tradimento comporta pene pesantissime anche nelle democrazie liberali, ma per suscitare più sdegno fra il pubblico, i giornalisti occidentali si inventano il fatto che in Corea l’intera famiglia di un pregiudicato viene letteralmente decimata. Una notizia naturalmente priva di fondamento, ma tutti hanno dato per assodato la morte della vedova. Alcuni media hanno invece ipotizzato fosse stata costretta a suicidarsi dal regime; mentre altri ancora avevano parlato più banalmente di un infarto.

E invece la 73enne è stata fotografata seduta proprio accanto proprio a Kim Jong Un durante uno spettacolo ufficiale al Teatro Samjiyon di Pyongyang in occasione del Capodanno lunare . Anzi il suo nome viene addirittura menzionato dalla KCNA, l’agenzia stampa ufficiale del governo: il che ha un significato politico chiarissimo che smentisce totalmente le dicerie dei media “liberi”.