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I disastri della sinistra “liberal” nel sindacalismo studentesco francese

La Francia è un paese dalla tradizione sindacale molto viva: non solo fra gli operai come abbiamo visto in questi ultimi mesi, ma anche fra gli studenti universitari vi è una forte presenza organizzata di sindacati studenteschi, di ogni tipo e tendenza politica. Quello numericamente maggiore e longevo è l’UNEF (Unione Nazionale degli Studenti di Francia), storicamente di sinistra, benché indipendente dai Partiti. Già nel 2017 su questo portale avevamo informato dal conflitto politico interno all’UNEF fra i militanti che vorrebbero il primato dei diritti sociali collettivi e invece i militanti che spingono sui diritti civili individuali. La situazione sembra si sia nel frattempo ulteriormente aggravata.

Alleanza con gli islamisti

Il conflitto interno è continuato, come riporta Vincent Flament, redattore della rivista mensile “Initiative Communiste” in un suo articolo di denuncia intitolato “Una razzista ignorante alla testa di un sindacato di sinistra!”. Dopo essersi mobilitata per ottenere delle aule di preghiera per studenti musulmani nelle scuole, l’UNEF – storicamente laicista – nel 2018 ha visto infatti l’elezione alla testa di una sua federazione regionale una presidentessa velata, che ha subito costruito delle liste per le elezioni studentesche in alleanza con gli “Etudiants Musulmans de France”, una organizzazione vicina ai “Fratelli Musulmani”. Nel nome della giusta lotta all’islamofobia, in pratica, si è però legittimata una realtà religiosa estremista che mette in discussione il carattere laicista della tradizione repubblicana di Francia.

Cosmopolitismo e razzismo al contrario

Come se non bastasse Hafsa Askar, membra della Direzione dell’UNEF, non ha trovato di meglio, in occasione dell’incendio della Cattedrale di Notre-Dame, di twittare: “Me ne frego di Notre-Dame, perché me ne frego della storia di Francia” e di insistere ancora chiedendosi “fino a quando la gente piangerà per dei pezzi di legno”, accusando di ogni male naturalmente i maschi bianchi in un delirio di certa pseudo-sinistra liberal e post-moderna che imperversa nelle università francesi. Il personaggio non è nuovo a simili esternazioni: già a fine 2017 aveva twittato un’altra sua sottile riflessione: “Bisognerebbe gasare tutti i bianchi, questa sotto-razza”. Nel frattempo Askar ha cancellato il suo profilo su Twitter.

Ma Askar non è sola: anche un altro sedicente “comunista anti-revisionista” dirigente nazionale dell’UNEF Edouard Le Bert, sempre su Twitter si prende gioco del “dramma nazionale” del rogo della Cattedrale, dimostrando – nonostante sia laureando in storia – di non conoscere, al di là del rispetto per il luogo sacro che Notre-Dame simboleggia per i credenti, il valore storico e culturale della stessa.

A fare eco a questi estremisti che si sono impossessati del sindacato studentesco vi è pure Amélie Bastien, a sua volta presidente di una federazione regionale dell’UNEF, che parla di “pezzi di legno che vengono cotti”, aggiungendo che lei non “rispetta i simboli e i valori della Francia” perché “i bianchi fanno pietà”.

Un gruppo di “talebani”

E mentre questa degenerazione ideologica dell’UNEF imperversa nel nome dell’anti-razzismo, la nuova presidente nazionale del sindacato, Mélanie Luce, la prima donna di colore ad essere eletta alla testa dell’UNEF – così la etichetta la stampa – finisce prontamente a dividere ulteriormente il movimento studentesco per aver guidato una cinquantina di attivisti della Sorbona a censurare la rappresentazione teatrale della tragedia greca “Le supplici” di Eschilo. Secondo la nuova leader dell’UNEF si tratterebbe infatti di “razzismo istituzionale” perché il fatto che gli attori indossino maschere nere per rappresentare gli egizi sarebbe assimilabile alla pratica segregazionista in voga negli USA del cosiddetto “blackface”. Una interpretazione anti-storica che ha creato malumore sia fra gli studenti sconvolti della svolta integralista del loro sindacato, sia dalle autorità accademiche che hanno solidarizzato con il regista.

Scissione a sinistra

Intanto all’interno dell’UNEF gli scontri politici non si placano fra le varie correnti politico-sindacali: una di queste, la Tendenza “Unité et action syndicale”, nel maggio scorso ha però annunciato la scissione da sinistra e la fondazione di un nuovo sindacato che si chiamerà FSE (Federazione Sindacale Studentesca, da non confondere con un sindacato omonimo scioltosi nel 2013). Alla testa della FSE però, il 23 gennaio 2020, è stata eletta proprio Hafsa Askar.

Da quando, in pratica, il Partito Comunista Francese (PCF) – che unitamente ai socialisti ha esercitato per decenni un’egemonia sull’UNEF e sul movimento degli studenti in generale – ha rinunciato alla formazione politico-ideologica dei rappresentanti studenteschi nelle scuole e nelle università; e da quando nel nome dell’indipendenza sindacale ha lasciato campo libero a certe influenze ideologiche massimaliste e libertarie nel sindacalismo studentesco di massa, i risultati si vedono: continue sconfitte elettorali, perdita di contatto con le masse giovanili e operaie, nonché deviazioni “intellettualoidi” di nicchia che rendono innocua l’azione sindacale.