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Il ruolo della Svizzera discusso in Asia: delegazione del Partito Comunista in Turchia

L’idea del Partito Comunista di una cooperazione con i paesi emergenti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) in alternativa a una sudditanza della Svizzera all’Unione Europea (UE) sta riscontrando interesse anche all’estero. Niente di speciale, se si pensa che anche il governo greco diretto dalla sinistra radicale ha in questi ultimi tempi tentato di rafforzare i legami con le economie emergenti nel tentativo di sottrarsi dal giogo neocoloniale di Bruxelles. Tuttavia in Svizzera è certamente il solo PC a proporre in maniera coerente questa linea politica ed economica.

CIMG1844Proprio di questo una recente delegazione dei comunisti svizzeri ha discusso a Istanbul e Antalya con i dirigenti del Vatan, il partito rivoluzionario che unisce comunisti e kemalisti in un’unitaria prassi anti-imperialista. Per il Partito Comunista erano presenti Massimiliano Ay, segretario politico e parlamentare  e Alessandro Lucchini, responsabile della politica economica e della cooperazione, che hanno spiegato ai propri interlocutori turchi, le peculiarità della Confederazione nell’ambito dei nuovi equilibri geopolitici internazionali e nelle possibilità di diversificazione dei partner commerciali valorizzando lo status neutrale del Paese, non aderente né alla NATO né all’UE. Dal canto suo Yunus Soner, vicepresidente del partito Vatan, ha spiegato l’ottica con cui il suo partito vede la politica d’integrazione fra Europa e Asia e la difficoltà che i processi di balcanizzazione del Medio Oriente e del separatismo etnico manovrato dall’imperialismo comportano nel realizzare una società armonica e multipolare. Il Vatan, reduce di un simposio per la cooperazione economica turco-siriana e un incontro di alto livello con il presidente Bashar al-Assad, ha informato i comunisti svizzeri anche della prossima apertura di una loro organizzazione a Mosca e in questo senso della possibilità di collaborare assieme, valorizzando le complementarietà dei dirigenti dei rispettivi partiti.

"Aydinlik" nel 1970 e nel 2013

Gli impegni della delegazione svizzera a Istanbul sono poi proseguiti con una visita alla redazione centrale del quotidiano anti-imperialista Aydinlik fondato nel 1921 e oggi una delle voci più importanti di opposizione al governo islamista di Ankara. In quella sede Ay e Lucchini hanno avuto modo anche di percepire come il dominio mediatico del Presidente turco Recep Erdogan giochi un ruolo centrale nella creazione e il mantenimento del potere nelle mani di una classe dirigente che negli ultimi anni ha sistematicamente deindustrializzato il paese, privatizzato le ultime aziende di epoca kemalista, favorito un lento processo di spartizione dell’unità nazionale e indebolito fortemente i principi laici e sociali della repubblica fondata dalla rivoluzione del 1923.

CIMG1867Dopo alcune tappe intermedie la delegazione ha potuto toccare con mano anche l’organizzazione del Vatan nella provincia turca di Antalya. In un incontro con il presidente regionale Yalçin Armen sono state chiarite le modalità con cui il Partito agisce nella realtà nazionale turca adattando la teoria del socialismo scientifico e riconoscendo l’esperienza kemalista della lotta di liberazione nazionale. La discussione è poi continuata affermando l’importanza di uno sviluppo economico basato su un’egemonia pubblica nell’ambito di un’economia mista e delle difficoltà che il movimento sindacale sta riscontrando in entrambi i paesi.

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